Il libro racconta le avventure di Ofelia, una brunetta, secchiona e un po’ goffa che possiede due straordinari doni: attraversare gli specchi e leggere il passato degli oggetti. Ofelia verrà obbligata ad abbandonare la sua vita da gattara/curatrice di un museo per trasferirsi al Polo e sposare un serissimo e sfregiato Thorn (per volere dei poteri alti).
Lì le cose si complicano, i doni della gente del polo sono molto diversi da quelli dell’Arca di Ofelia, Anima, e i segreti/inciuci di corte non mancano. Tutti a paragonarlo a Harry Potter, La bussola d’oro e quant’altro, ma la verità è che in questo libro ci sono influenze forti e chiare: gli anime dello studio Ghibli/Ponoc, Trono di spade e i romanzi di Jules Verne.
Ho finito questo primo libro della saga L’attraversaspecchi alcuni giorni fa e nonostante leggerlo sia stato un fantastico viaggio costellato di assurdi personaggi alla Studio Ghibli e atmosfere steampunk, finirlo è stato come grattarsi un piede. Nel senso di inutile, poco sostanzioso, poca azione, poca roba. Insomma, libro bellissimo ma troncato. Insomma la grande scena finale qual’era? Il culmine del libro, c’era?
Ad ogni modo la trama di per sé mi è piaciuta moltissimo. I personaggi, con i loro modi meschini o provinciali, pure. Ma veniamo alla parte che davvero mi ha lasciato un po’ confusa: Ofelia e Thorn. Ammetto che speravo in un bel bacio prima della fine del libro ma capisco che per sciogliere quei due baccalà ci vogliano altre tre/quattrocento pagine di segreti, omicidi e incantesimi. E Archibald? Tutta la sua figaggine andrà sprecata? Chi lo sa. A meno che io non riesumi quel poco di francese studiato più di dieci anni fa la vedo durissima scoprirlo prima dell’uscita del secondo volume: Gli scomparsi di Chiardiluna
voto: 8
(Per le ambientazioni 10 e lode)
Un pensiero riguardo “Fidanzati dell’inverno”