“La notte delle beghine” di Aline Kiner è un appassionante romanzo storico. Se gli ultimi romanzi storici che ho letto si basavano su storie di fantasia, inverosimili e poco approfondite dal punto di vista storico, questo è stata una bella sorpresa. In poche parole: intenso, reale, curato nei minimi dettagli!
Siamo nel 1310, in Francia, un periodo cupo e oscuro in cui il re è un filino folle: processo ai templari, eretici dovunque, follie medievali varie (cose oggi impensab… ah no, abbiamo le invocazioni sataniche a Sanremo). I pochi luoghi di pace per le donne erano i beghinaggi: strutture in cui le ragazze o le vedove potevano rinchiudersi per pregare e stare al riparo dalle guerre e dai tumulti esterni. In uno di questi beghinaggi si intrecciano le vite di quattro donne : Ysabel, Ade, Marguerite e Maheut.
L’anziana Ysabel, la cui nonna Leonor era una guaritrice, si occupa dell’ospedale. Crea rimedi, unguenti e decotti con le erbe che lei stessa cura in giardino e nell’orto. Sarà proprio Ysabel ad accogliere Maheut, una ragazzina malmenata e violentata ripetutamente che si presenta al beghinaggio in cerca d’aiuto. Nonostante le paure di Agnès, una giovane assistente che non è convinta di voler curare quella giovane dai capelli rossi (i capelli del demonio) la ragazza viene accolta e guarita.
Nel frattempo che Maheut si riprende, le voci di una beghina processata per eresia si fanno insistenti. La beghina, Margherita Porete, realmente esistita, è accusata di aver scritto un libro che spiega come raggiungere Dio senza passare tramite la Chiesa, non mancano varie critiche a chierici e teologi. Lo specchio delle anime semplici viene dunque condannato dall’inquisizione francese, e la sua scrittrice verrà presto anch’essa condannata a morte. Un giovane frate, Humbert, cerca di salvare l’opera della donna per accontentare il suo adorato maestro, grande amico di Marguerite. Il maestro lo incarica anche di trovare la figlia di una discepola di Marguerite Porete: una certa Maheut la rossa. E così le vicende si intrecciano.
Al beghinaggio intanto, Ysabel affida la giovane rossa ad Ade, una taciturna e misteriosa beghina di nobili origini, vedova e bellissima, estremamente erudita che non prende subito in simpatia la giovane fuggiasca. Maheaut si rimette in forze, ma le nausee non lasciano scampo al segreto che si porta dentro: è incinta. E il bambino è figlio dell’orrendo marito che le fu imposto e che l’ha violentata per notti e notti. Qui si apre una parentesi sulla libertà della donna di decidere. Non mancano giudizi e parole pesanti nei confronti di quella giovane vittima che non riconosce il bimbo che porta in grembo. Eppure neanche Ysabel vuole intervenire con le sue erbe, la gravidanza è già molto avanti, va portata a termine.
Nascerà una bimba, che prenderà in nome di Leonor, la guaritrice e nonna della vecchia Ysabel. Una bambina speciale, circondata da beghine capaci e protettive.
Questa meravigliosa storia è una dolce prova di come tutti si è strettamente collegati, come anche i più piccoli eventi possano portare ripercussioni e di come avviene il famoso “tutto torna”. Ade affronterà la sua grande ferita (quella di non poter essere madre), Ysabel troverà finalmente la sua degna discepola e Maheut scoprirà che non esiste solo la violenza, ma anche l’amore. “La notte delle beghine” è una storia che si apre e si chiude con sapienza, senza lasciare conti sospesi o misteri irrisolti. Una storia che non manca di aspetti crudi e brutalmente reali, ma nel suo essere vera è ricca di giustizia. La scrittura è intensa ma comprensibile ed evocativa.
CITAZIONI
“Ade assomiglia alle onde del mare. Avanza verso la riva, accetta di venire fino a voi. Poi si ritira, più lontana di quanto non fosse un minuto prima.”
“Ysabel ha una certezza: per quanto insignificanti siano le nostre vite prese singolarmente, esse dipendono tutte da un vasto insieme, i movimenti e le turbe dell’anima dipendono da movimenti e turbe del mondo, la violenza non si ferma in coloro che sono stati presi di mira, ma rimbalza come un ciottolo sull’acqua dura e colpisce, colpisce ancora.”
edito da Neri Pozza
pagine: 299
voto: 9