Il Maestro e Margherita

<<…Chi sei tu, dunque?>> <<Sono parte di quella forza che eternamente vuole il Male e eternamente opera per il Bene.>> GOETHE, Faust

Leggere Il Maestro e Margherita è stato come partorire. Un parto completo, con tanto di doglie, contrazioni e spinte finali, e come ogni parto che si rispetti non appena è terminato non solo è stato un sollievo ma è stato anche incredibilmente soddisfacente!!!

IL LIBRO

Il maestro e Margherita è un romanzo russo scritto e riscritto una miriade di volte da Michail Bulgakov tra il 1928 e il 1940 e pubblicato solo nel 1966 (ventisei anni dopo la morte del suo autore). Bulgàkov (l’accento va sulla A) dovette lottare parecchio per la sue opere e soprattutto per Il maestro e Margherita poiché perennemente a rischio di censura. I motivi erano i più disparati ma i contenuti esoterici e religiosi (oltre alla non troppo velata denuncia sociale) non hanno certamente aiutato. Lui, come ho accennato precedentemente, iniziò a scriverlo nel 1928 ma questa prima versione venne bruciata in una stufa dallo stesso Bulgakov (tenete a mente questo spiacevole episodio perché tornerà all’interno del libro); il fuoco non è evidentemente bastato a cancellare questo capolavoro. Probabilmente perché, come viene anche detto nel romanzo i manoscritti non bruciano.Michail_Bulgakov.jpg

Comunque, il povero Bulgakov venne letteralmente massacrato e umiliato dalla Mosca letteraria dell’epoca; non solo in quanto autore, ma persino come uomo, rischiando probabilmente l’esaurimento nervoso. Lui voleva solo essere libero ma tra la censura e l’impossibilità di lasciare la Russia non lo era affatto. I dodici anni impiegati nella stesura del suo capolavoro, che poi si riveleranno anche gli ultimi della sua vita, saranno molto difficili nonostante la presenza indispensabile del suo grande amore, la sua terza moglie, Elena (che si occuperà anche di terminare il libro nel 1941). Una cosa comunque è certa, la rabbia provata da Bulgakov nei confronti della sua patria è palpabile ne Il maestro e Margherita, la si respira pagina dopo pagina, non dà tregua, anzi sì, ma solo una volta finito il libro.

LA TRAMA

Al centro del romanzo abbiamo le persecuzioni inflitte al Maestro (uno scrittore di cui non sapremo mai il vero nome e che proprio come Bulgakov non è libero di scrivere quello che gli pare) e il suo riscatto che avverrà grazie all’intervento di Satana in persona (che qui si chiama Woland, un nome germanico del diavolo usato anche da Goethe nel Faust). Il libro è composto da una serie di episodi apparentemente disconnessi fra loro, alcuni ambientati a Mosca (o a Jalta) negli anni ’30 e alcuni ai tempi di Gesù Cristo e Ponzio Pilato a Gerusalemme.

La prima parte del romanzo si apre con l’accesa discussione tra due intellettuali; Berlioz, il presidente del MASSOLIT e Ivan, un giovane poeta non molto talentoso. La discussione riguarda l’esistenza di Gesù Cristo, ricordiamoci che la religione cristiana non era esattamente benvista all’epoca in Russia, e infatti i due uomini concordano nel dire che di prove a dimostrazione della sua esistenza non ce ne sono molte. L’arrivo del misterioso Woland però cambia tutto. Lui non solo rivela di aver assistito al suo processo a Gerusalemme, ma racconta anche di aver fatto colazione con nientemeno che Kant e di conoscere cose che un uomo non potrebbe conoscere. Descrive per filo e per segno la morte di Berlioz e quando questa si manifesta poco dopo sotto gli occhi increduli di Ivan la storia ha ufficialmente inizio.

Ivan attraverserà la città in mutande pur di riuscire ad acciuffare quello strano Woland e il suo improbabile seguito (tra cui il celeberrimo Behemoth, il gattone nero antropomorfo) ovviamente senza riuscirci, e anzi, aggiudicandosi un biglietto di sola andata per il manicomio. Sarà proprio all’interno della clinica che farà la conoscenza del povero Maestro e della sua triste storia. Il Maestro racconta di come in un giorno di primavera la vista di una bellissima donna con i ricci neri e dei fiori gialli in mano l’abbia folgorato. La donna ovviamente era Margherita, una donna sposata che però non si sottrae al suo destino amando e supportando il Maestro fino a quando lui non la respinge per paura di distruggerla. Il Maestro infatti, proprio come Bulgakov, brucia il suo stesso romanzo (il romanzo su Ponzio Pilato) e poco dopo finisce in manicomio.

Facciamo un salto dentro al libro del Maestro, quindi indietro di duemila anni, e assistiamo all’incontro tra Ponzio Pilato e Gesù, al suo processo e alla sua ingiusta condanna a morte. Ponzio Pilato, il protagonista del romanzo del Maestro, è un personaggio estremamente vivo che si tormenterà fino a quando il suo creatore non gli darà la possibilità di andare in pace- andandoci così anch’egli.

UN QUADRO NEL QUADRO DI UN QUADRO

Mi sono resa conto solo a fine lettura dell’interessante struttura che sorregge Il maestro e Margherita. Uno scrittore (Bulgakov) si tormenta per il suo libro, il cui protagonista (il Maestro) si tormenta per il proprio libro il cui protagonista (Ponzio Pilato) si tormenta per quello che ha fatto.

MARGHERITA

Giustamente qualcuno potrebbe domandarsi qual è il ruolo di Margherita in tutto ciò. Margherita, proprio come Elena nella realtà, è indispensabile. Nonostante sia una donna sposata il suo cuore appartiene totalmente al Maestro ed è pronta ad abbandonare l’agiatezza e la tranquillità del suo matrimonio per coronare il suo amore proibito nel disordine di uno scantinato. Esattamente come lo stesso Bulgakov, è piena di rancore e di odio verso tutto quel mondo di fantomatici esperti di letteratura che hanno ridotto ad un paziente rammollito il suo Maestro. La prima cosa che le verrà in mente di fare una volta ottenuti dei poteri è quella di andare a vendicarsi con uno dei critici che avevano stroncato il romanzo su Ponzio Pilato. Ops, ho parlato dei poteri!

Margherita apparirà solo nella seconda parte del romanzo ma avrà un posto in prima fila. Woland infatti non solo farà in modo che riceva una crema miracolosa che la riporterà a com’era a vent’anni (chi non la vorrebbe?) ma le offrirà anche la possibilità di esprimere un desiderio- solo dopo aver intrapreso un’iniziazione alle arti occulte e aver superato una sorta di mistica prova.d9db355909d7e2756e5f005374fb4786--margarita-masters

IL FINALE MA SENZA RIVELARE IL FINALE

Non parlerò del finale ma non posso non ammettere che si tratta di uno dei miei preferiti di sempre. Gli episodi raccontati nel romanzo infatti si incastrano alla perfezione in un puzzle assurdo e psichedelico che vi farà rimpiangere di non aver sperimentato con le caramelle a Woodstock. Ci saranno gatti neri che sparano all’impazzata, olio di girasole omicida, teste decapitate e poi scomparse, telegrammi improbabili, mutande lilla , cameriere sexy e vicini di casa guardoni. Durante la lettura si possono provare nausea, senso di smarrimento, capogiri e confusione. Si trema mentre Levi Matteo assiste all’orrenda morte di Gesù e si ride mentre il gattone nero cerca di comprare un biglietto del tram o fa disastri con Fagotto in giro per la città.

Si tratta di un romanzo complesso, scritto volutamente in una maniera tale da sembrare codificato. Per tutta la lettura ho avuto la fastidiosa sensazione di non aver colto del tutto quello che Bulgakov voleva trasmettere, come se ci fosse qualcosa di ancora più profondo che solo un ristretto gruppo di persone possono cogliere, una sorta di file criptato destinato ad agenti segreti di un certo livello. Ma tutto ciò, in realtà, mi ha solo fatto apprezzare di più sia l’opera che l’uomo che l’ha scritta.

La verità è che qui dentro è facile perdersi, a volte si rischia persino di non riuscire a proseguire. Questo perché Il maestro e Margherita è un libro che respinge ma se si insiste un pochino, e se il libro è di buon umore, può risultare un’esperienza incredibile.

voto: 10 (ma solo dopo aver svoltato l’ultima pagina!)

Se volete sperimentare la lettura di questo pazzo libro potete trovarlo qui! per il kindle.

O qui per la versione cartacea !