“4321” è stato il mio primo approccio alla letteratura di Paul Auster, scrittore americano pluripremiato e amato in tutto il mondo, autore della famosa Trilogia di New York (1987), La musica del caso (1990), Follie di Brooklyn (2005) e molte altre opere letterarie e non solo. Non sapevo cosa aspettarmi da questo libro di oltre 900 pagine. Prima di proporlo al mio gruppo lettura sapevo solo due cose, ovvero che il protagonista si chiamasse Archie e che Auster aveva scritto quattro versioni differenti della sua vita.
Il succo del libro è proprio questo: quattro vite, un solo protagonista. Ma se prima di tuffarmi nell’universo di Archie Ferguson credevo di avere per le mani “un libro che spiegava come le nostre scelte possano cambiare radicalmente il resto della nostra vita” a libro finito posso dire di aver capito qualcos’altro: noi siamo il risultato nelle nostre scelte sì ma anche delle scelte di tutti gli altri.
Archibald è l’unico figlio di Stanley e Rose, due ebrei di seconda generazione a cui Paul Auster dedica il primo capitolo di questo magnifico romanzo. Tutto ha inizio con l’arrivo in America di Ichabod Ferguson e il suo matrimonio con Fanny Grossman, seguito dalla nascita dei loro tre figli tra cui Stanley detto Sonny. Il 3 marzo 1947 (esattamente un mese dopo la nascita di Paul Auster) nasce Archie e da qui il libro segue quattro sviluppi differenti. Abbiamo così diverse versioni del primo capitolo della vita di Archie Ferguson (la versione 1.1, la 1.2, 1.3 e 1.4) e poi le quattro versioni del secondo capitolo, del terzo e così via fino al settimo e ultimo.
Ogni lettore può approcciarsi alle vite di Archie come preferisce ad esempio leggendo una vita alla volta dall’inizio alla fine (1.1, 2.1,3.1,4.1, ecc) oppure seguendo l’ordine con cui Paul Auster ha concepito il libro e quindi leggere tutte e quattro le infanzie, poi le quattro adolescenze e così via. Noi abbiamo scelto di leggere il libro così come è scritto. L’unico consiglio che posso darvi per districarvi qui dentro è prendere appunti. Pochi ma chiari. Vi saranno utili andando avanti e vi permetteranno di non confondere nessuno dei filoni narrativi.
LE VITE DI ARCHIE FERGUSON (spoiler free)
Le quattro vite prendono strade diverse sin dalla primissima infanzia ma Archie presenta in ognuna di esse la stessa sensibilità, l’amore per la letteratura (tramandato quasi sempre dalla zia Mildred-un chiaro riferimento allo zio di Paul Auster da cui lui ereditò i primi libri) e una debolezza per Amy Schneiderman. Amy è l’unico personaggio fisso oltre ai genitori e i parenti stretti di Archie, lei è l’unica ragazza che riesce ad ammaliarlo in ogni realtà. Una figura importante, dunque, che con il suo carattere deciso (sempre in contrapposizione a quello di Archie) lo sprona sempre a fare di meglio e a non lasciarsi andare dinanzi alle inesorabili difficoltà della vita. Lei è un tornado. Energica, affascinante, sfrontata e tenace. Una che combatte in prima fila per i diritti civili e che spiazzerà il tenero Archie più di una volta.
Archie non riesce a resistere ad Amy ma nella vita c’è molto altro a cui pensare e Paul Auster ce lo dimostra suonando tutte le corde possibili della vita umana. Gioie, dolori, incidenti, trionfi e fatiche. Ci ricorda che l’unica costante della vita è la merda ma anche che una scopata al giorno leva il medico di torno. Potremmo azzardare che questo libro è una guida pratica all’adolescenza. Archie non farà sempre la cosa giusta ma almeno di proverà. Cercherà di districarsi fra la passione per lo sport, quella per la politica, per la scrittura e per il sesso. In ogni vita deve inoltre affrontare il difficile rapporto con il padre (altro riferimento alla vita dell’autore) e i cambiamenti della sua epoca. Sì perché in tutto ciò, nel bel mezzo dei disagi adolescenziali di Archie ci sono gli anni ’60. Guerra Fredda, John F. Kennedy, Vietnam, Lyndon B. Johnson, le rivolte di Newark, le pantere nere, le manifestazioni per la pace e il Sessantotto.
Un gran momento per avere quindici anni!
Per Archie non sarà sempre facile trovare il suo posto nel mondo. Non lo sarà né in condizioni di ristrettezza economica, né in una vita senza papà, né in una realtà in cui non mancano i soldi in casa. La sua crescita viene affrontata da Paul Auster con una delicatezza incredibile: anche gli argomenti più difficili da trattare vengono affrontati senza sfociare in volgarità. Le paure tipiche legate alla scoperta della sessualità (come la masturbazione, l’omosessualità ecc.) ma anche quelle legate ai sentimenti (i primi dolori, le prime gioie, le prime convivenze) sono parte della crescita del nostro Archie. Dico nostro perché dopo 951 pagine Archibald Ferguson entra nel cuore e diventa qualcuno che si conosce fin troppo bene. Svoltare l’ultima pagina non era mai stato tanto difficile per me.
Il potere della letteratura fatta bene sta in questo: affezionarsi a qualcuno di diverso e lontano anni luce da noi. Imparare a conoscerlo e convivere con i suoi trionfi così come con i suoi fallimenti. Lui cresce, scopre se stesso e noi assistiamo al suo diventare quello che da sempre è destinato ad essere. E poi c’è anche un finale a sorpresa!
TRE BUONI MOTIVI PER LEGGERLO SUBITO
-La marea di autori e di grandi classici della letteratura citati all’interno del romanzo
-Il ripassone di storia americana e l’assimilazione involontaria di tutto quel che riguarda il football e il baseball.
-Lo stile magnifico di Paul Auster. Pulito, coinvolgente, appassionato.
voto: 10
pagine: 951
edizione: Einaudi, 2017, 17,00 euro