il gatto in fissa: Shirley Jacson

Shirley-Jackson

Era da un po’ che non mi fissavo con qualche autore in particolare e in effetti la rubrica “Il gatto in fissa” si stava lentamente trasformando in “Il gatto desaparecido”.

Per cui eccoci qui con una puntata straordinaria. Se mi seguite saprete già che ho una certa passione per le donne scrittrici, i racconti misteriosi e i libri brevi. In Shirley Jacson c’è tutto questo e un pizzico di magia, dato che amava definirsi una strega. Nata il 14 dicembre 1916 sotto il segno del sagittario, è stata una delle più grandi scrittrici del novecento, ispiratrice di autori del calibro di Stephen King e Ray Bradbury. Pensate che lei stessa mise in giro la voce secondo cui fosse in realtà nata nel 1919 per risultare coetanea del marito. Comunque, dopo un’infanzia difficile trascorsa a San Francisco si trasferisce nei sobborghi della metropoli dove nonostante le prime vittorie in ambito letterario-scolastico, inizia a soffrire di depressione. Il problema della depressione si fece insopportabile soprattutto durante gli anni alla facoltà di arti liberali dell’Università di Rochester. Nel 1937 inizia a frequentare l’Università di Syracuse dove si dedica al giornalismo con articoli sulla letteratura inglese. Qui fonda il giornale The spectre insieme al futuro marito (e futuro critico letterario) Stanley Edgar Hyman.

Il loro matrimonio (1940) non fu idilliaco. Lui si dimostrò ben presto un cavernicolo fedifrago  incapace di comprendere una moglie particolarmente fragile. Shirley in effetti era una donna sofferente e giustamente paturnata. Se da adolescente aveva conosciuto la depressione era anche a causa di sua madre che senza remore la definiva abitualmente “un aborto mancato”. Non molto pedagogico.  Come moglie e mamma di quattro figli non se la cava meglio, perché Shirley si sente totalmente sottomessa da quella posizione. Inoltre vivere isolata nell’ostile cittadina di Bernstein, nel Vermont, non la aiuta affatto. Proprio in queste circostanze opprimenti  inizia a fare uso di alcol, tranquillanti e amfetamine. Ma dopo un periodo molto buio, in cui soffre addirittura di una brutta agorafobia, cerca di riprendersi e scrivere un nuovo romanzo, definito addirittura divertente. Purtroppo non riuscirà a terminarlo perché alla tenera età di 48 anni muore nel sonno per un’insufficienza cardiaca.

PicsArt_09-16-01.10.05.jpgCapite bene che Shirley Jacson era una persona insolita. Se avete letto almeno uno dei suoi libri più famosi vi sarete resi conto che il terribile rapporto materno la divorò dentro per tutta la vita. Le sue sono protagoniste con madri incapaci di amare o scomparse (o vittime di matricidio), isolate dal mondo e incredibilmente sole. Ci sono paesani crudeli, degni di una comparsata nei film di Tim Burton. Ansia a non finire (lei stessa definì le sue opere dei “documentari sull’ansia”).

Nelle sui libri si respira una paranoia esistenziale che facilita l’empatia nei riguardi delle protagoniste. Credo che ognuno possa ritrovare qualcosa di sé nelle ragazze di Shirley: la ricerca di una propria personalità tipica dell’adolescenza, la paura dell’invasione personale tipica di una personalità paranoica e così via. Piccole ansie comuni che lei conosceva meglio di chiunque altro.

Ma veniamo ai cinque libri immancabili della Jackson:

  • LA LOTTERIA: in una soleggiata e vivace cittadina si svolge annualmente una famosissima lotteria ma nessuno sa che il premio è la lapidazione. SPETTACOLO.
  • L’INCUBO DI HILL HOUSE: tre invasati, tra cui la protagonista,  vengono rinchiusi in una villa “infestata” dove suggestione e paranoia hanno la meglio su di loro. O forse un fantasma c’è davvero…
  • ABBIAMO SEMPRE VISSUTO NEL CASTELLO: probabilmente il suo libro più famoso. Le sorelle Blackwood convivono isolate dal resto del mondo con lo zio. Ah, i membri della famiglia sono tutti morti.  Chi li avrà avvelenati?
  • LIZZY: la protagonista soffre di personalità multipla. Cosa aggiungere?
  • PARANOIA: una raccolta di racconti ritrovati oltre trent’anni dopo la sua morte e pubblicati per la prima volta nel 2015. Qui dentro pare ci sia di tutto! *io non l’ho ancora letto, ma accadrà molto presto.

 

Shirley era una donna instabile? Senza dubbio, ma era anche geniale ed è assolutamente impossibile non amare sia lei che le sue opere. Quindi amiamola e arricchiamo la collezione Adelphi nella nostra libreria!

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