IL MIO GIAPPONE #1

PARTE 1

IMG_20170730_124339.jpgIo e il Giappone abbiamo sempre avuto un rapporto particolare, anzi non particolare, semplicemente non ci piacevamo. Probabilmente perché non ci conoscevamo e non avevamo mai avuto modo di … incontrarci. Mr Otterton ha cambiato tutto, ci ha presentati e ha subito messo in chiaro che gli piacevamo entrambi e che non avrebbe rinunciato a nessuno dei due. Ma come, pensai, come può apprezzare sia me che lui? Siamo agli antipodi.

In realtà se c’è una cosa che ho imparato sul Giappone è che non è l’opposto di nessuno. il Giappone è ordinato e confuso, è dolce e piccante, è tè matcha servito con cura e mercati del pesce. All’epoca non lo sapevo, ma non sapevo neanche che mi sarei sposata da lì a breve, che avrei fatto un volo da tredici ore diretto a Tokyo e che al ritorno… avremmo cercato Matteo.

Abbiamo iniziato ad organizzare il viaggio tre mesi prima, passando le serate davanti al computer o con dei libri in mano, alla ricerca del tour perfetto. Come vedere tutto quello che vogliamo in sette giorni?

LA BRILLANTE IDEA

Abbiamo deciso praticamente subito di suddividere il viaggio in due mete principali: Tokyo e Kyoto (e una giornata nella periferia di Osaka). Dedicando quindi pochi giorni intensivi ad ognuna delle città e scegliendo con cura i giri da fare, lasciando comunque due pomeriggi liberi per lo shopping e il vagabondaggio.

LA PESSIMA IDEA

Presi com’eravamo dalla voglia di fare il nostro viaggio di nozze non abbiamo mai neppure sospettato che fine luglio potesse essere il momento più sbagliato di sempre per andare in Giappone. Vi dico solo una cosa: stagione delle piogge. Caldo atroce, umidità a livelli intollerabili e di conseguenza condizionatori a palla ovunque con il rischio di prendersi la qualunque. Volete andare in Giappone? Andate in inverno per godere comunque di un po’ di tranquillità, ricordando che la maggior parte dei turisti ci va in primavera e in autunno.

ORGANIZZAZIONE BIMBESCA E NON SOLO

Naturalmente noi siamo andati con Emanuele che all’epoca aveva diciotto mesi. Camminava già molto bene ed era una buona forchetta (più di ora). Per cui non mi sono mai arrovellata più di tanto sull’argomento cosa porto per lui? , ho messo in valigia diversi cambi e una ventina di pannolini per il viaggio (lì si trovano !) e … un barattolino di pesto Barilla (che non è servito). Per lui avevamo una borraccia e per noi delle sacche incorporate negli zainetti che riempivamo ogni mattina con la bottigliona da 2 l comprata al supermercato, conviene fare così se non volete spendere il mondo in bottigliette, e ahimè l’acqua del rubinetto lì è potabile ma disgustosa.

Prima di partire abbiamo anche preso il Japan Rail Pass (che permette di utilizzare tutte le linee ferroviarie della JR, senza limiti) e ordinato il pocket wifi che è arrivato prima di noi in hotel. Ultima precauzione che ho preso è stata quella di cambiare un po’ di soldi prima di partire, studiando la questione abbiamo poi scoperto che il cambio dall’Italia non è fantastico però almeno siamo partiti con dei contanti, comodi all’uso.

Per il volo abbiamo scelto un diretto che partiva da Milano alle 14:00 e arrivava quindi alle 11:00  in Giappone, e grazie al cielo tra un gioco e l’altro Lele non ha patito la noia e ha apprezzato i tarallucci al finocchio offerti da Alitalia ogni volta che si innervosiva !!!

Ah, niente passeggino! Marsupio e olio di gomito!

E POI TOKYO!

Il nostro meraviglioso hotel si trovava nel quartiere di Shinjuku, uno dei più comodi e turistici. A Shinjuku c’è tutto e il primo giorno, dopo il check-in, lo abbiamo dedicato alla scoperta della zona, fra piccoli templi, negozietti e Godzilla, percorrendo il quartiere gay e gustando un gelato al tè verde (ohhhh). Al rientro ci siamo imboscati in un locale tipico in cui abbiamo fatto una cenetta deliziosa (la miglior panatura del mondo). Dopodiché ci siamo ritirati per smaltire il jet-lag e recuperare le energie perdute sull’aereo.

GIORNO 2 ( Monte Fuji e Harajuku)

Il secondo giorno in Giappone non poteva che essere dedicato alla gita che desideravo fare da quando avevamo prenotato il viaggio: il Monte Fuji! Per chi lo non lo sapesse si tratta di un vulcano giapponese, famoso per la sua punta sempre imbiancata!

Il tour prevedeva visita alla Pagoda della Pace, giretto ad Hakone, crociera sul lago Ashi e pranzo con vista sul monte. Ma, c’è un ma, quel giorno diluviava, tirava un vento insopportabile e le nuvole non si smuovevano dall’orizzonte impedendoci di godere dello spettacolo! Mannaggia al tempo! Tra l’altro sul monte faceva così tanto freddo che noi non eravamo equipaggiati! Abbiamo comprato al volo due k-wai per noi grandi e una felpa da donna per Lele che stava ibernando nella sua canottierina di cotone! Lo chiamavamo Tu-sai-chi (guardare le foto!).

Di ritorno avevo pianificato una capatina al quartiere di Harajuku dove abbiamo fatto parecchie commissioni!I negozi giapponesi sono verticali! Quindi ogni negozio  dentro cui entravamo aveva un ascensore che portava a volte fino in cima! Al quarto piano di uno dei negozi, Lele ha preso una tetta di gomma antistress e non c’è stato verso di fargliela lasciare! Poi è esplosa.

Quella sera abbiamo scoperto che vicino al nostro hotel c’era una piccola gastronomia dentro cui vendevano piatti pronti (non per i turisti) ed è stata gioia. Alla sera Emanuele era sempre molto stanco (giustamente) per cui la cena in camera guardando improbabili canali giapponesi in tv era l’ideale. Immancabili mochi come dolcino.

GIORNO 3 (Akihabara- Shibuya- Parco Meji-jingu)

La terza mattina, dopo una succulenta colazione a base di soffici tortine-dorayaki -biscottoni e caffelatte di Starbucks, abbiamo deciso di sfruttare la metro (nonostante non avessimo fatto l’abbonamento- che consiglio caldamente se contate di restare a Tokyo). La prima tappa è stata Akihabara: il cuore pulsante del mondo nerd. Io avevo un obiettivo molto semplice, volevo qualche gadget dei film di Miyazaky, Andre voleva… qualunque cosa che centrasse con i suoi anime preferiti. Per cui abbiamo scalato le vette di una serie infinita di negozi, finché abbiamo detto basta!

Per la cronaca io ho preso una borraccia, un portamonete e un puzzle di Totoro. Poi delle ragazze cinesi hanno voluto una foto con Lele e ci è venuta fame: pranzo con dei taiyaki salati (al bacon) e dolci (con gelato al tè verde e panna!)

Al pomeriggio siamo andati a vedere il famoso incrocio di Shibuya, il più trafficato del mondo e abbiamo salutato la statua di Hachiko! Shibuya è agitata, frenetica e piena di cose da guardare! Il contrario del parco in cui siamo stati poco dopo: calmo, verde, silenzioso (cicale a parte). Lo abbiamo percorso quasi tutto e ci siamo anche inoltrati in una meravigliosa oasi botanica in cui Lele ha rincorso gli aironi e le farfalle.

Uno scorcio di quiete in Tokyo.

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PROGRAMMA FAMIGLIA OTTERTON- TOKYO:

  • Shinjuku
  • Monte Fuji
  • Harajuku
  • Akihabara
  • Shibuja
  • parco Meji Jingu
  • (noi volevamo vedere anche il museo Ghibli ma non siamo riusciti!)

COSE BELLISSIME DI TOKYO

  • c’è tutto
  • tassisti onesti
  • macchinette delle bibite ogni due metri
  • seven eleven (minimarket aperti 24h su 24)
  • metro pratica e comoda
  • gli abitanti

 

 

2 pensieri riguardo “IL MIO GIAPPONE #1

  1. Mi piace molto la descrizione che fai di questa meravigliosa città dagli opposti cosi affascinanti. Io ho il mio migliore amico sposato con una giapponese di Tokyo e ho avuto l’onore di poter gustare dei piatti tipici tradizionali che qui non fanno in nessun ristorante. Loro vivono a Londra ( non so ancora per quanto tempo visto il casino della Brexit) e mi piace ogni bolta che vado da loro farmi raccontare qualcosa da lei. Poi l’anno scorso ho ammirato il loro nuovo giardino Zen, che capolavoro! A me piace molto l’ordine e l’essenzialità dello Zen. Credo che noi occidentali siamo troppo legati a tante cose inutili. Che dolce il tuo Matteo 😘😉

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