Atlante di zoologia poetica

Cosa c’entra la poesia con la zoologia? Questa potrebbe essere la vostra prima domanda. Ebbene, “poesia” viene dal greco antico poiesis, il verbo poiein significa “fare, creare” e cosa fanno gli animali se non agire, creare e sedurre chi li osserva?

Lo scopo di questo meraviglioso libro (Ippocampo) è quello di far provare stupore e meraviglia in chi lo sfoglia. Vi sono trentasei specie animali tra le più meravigliose. Non che sia stato semplice sceglierne solo trentasei su 1,2 milioni di specie ad oggi censite. Gli animali sono ovunque, sono stati in grado di colonizzare qualsiasi tipologia di habitat, dagli acquatici ai montuosi, dagli aridi deserti alle paludi umide.

Non esiste poesia più bella del sapere che 700 milioni di anni contemplano il mondo animale e il suo evolversi dice Emmanuelle Pouydebat, l’autore. Dunque preparatevi ad intraprendere un viaggio tra tartarughe che volano sotto il mare e lucertole che camminano sull’acqua, tra insetti convinti di essere fiori e uccelli che non sanno volare, tra rane che resuscitano e squali che si auto riproducono. Pronti?

Innanzi tutto c’è il pangolino, ovvero il mammifero senza denti ma con le squame. Il pangolino è un animaletto tozzo, lungo si e no un metro e notturno. Un proverbio africano recita “pangolino, sei lo zio materno che rende le tane più grandi”.

Come vi dicevo, si tratta di un mammifero sdentato. Tuttavia ha una lingua protrattile che può arrivare a quaranta centimetri! Con questa arma appiccicosa caccia migliaia e migliaia di formiche al giorno per un totale ci circa 70 milioni di insetti in un anno (va da sé che lo vorrei come animale domestico!) Il fatto è che questo meraviglioso animaletto è minacciato dal bracconaggio africano e asiatico a causa delle sue squame ritenute magiche.

Un altra splendida razza animale che rischia l’estinzione è quella delle tartarughe muso di porco. Avete letto bene! Si tratta della più grossa tartaruga di acqua dolce. Il suo grugno serve a cacciare larve, crostacei, lumache e tanto altro, anche carogne. Questa specie si accoppia una volta ogni due anni, un intervallo molto lungo. E sebbene si tratti di animali molto astuti, nulla possono contro l’impatto dell’uomo sul loro habitat. Inoltre, ogni anno vengono portati via da 1 a 2 milioni di uova di tartaruga a scopi commerciali.

Se c’è invece una specie che sopravvive a tutto è il tardigrado. Lui può sopravvivere a un cataclisma venuto dal cosmo, alla siccità o alle temperature più estreme. Può sopravvivere alle alte pressioni, alle radiazioni e all’assenza di ossigeno. Ecco a voi il tardigrado, letteralmente lento a camminare. Probabilmente non lo avete mai visto perché è praticamente invisibile (0,1-1,5 mm) ma d’ora in poi lo cercherete. Si trovano nella sabbia, nel ghiaccio o tra i muschi e i licheni. Possono sospendere ogni attività metabolica, sopravvivendo così alla mancanza di acqua e cibo, possono disidratarsi sostituendo l’acqua con una sostanza antigelo. Possono apparire clinicamente morti per poi… resuscitare. Se non siete ancora del tutto sorpresi allora sentite questa: sopravvivono ai raggi ultravioletti e alle radiazioni ionizzanti delle centrali nucleari.

Mi pare sensata la teoria secondo cui questi esseri siano arrivati da un altro pianeta con un meteorite circa 90 milioni di anni fa.

Il viaggio potrebbe continuare con il cacapò, il pesce pipistrello, la medusa immortale o la talpa dal muso stellato ma finirei con il trascrivere per intero questo meraviglioso atlante illustrato da Julie Terrazzoni. Un inno alla vastità della vita e alla bellezza del nostro pianeta.

lo trovate qui!

voto: 10

pagine: 149

prezzo di copertina: 19,90

di Emmanuelle Pouydebat

illustrato da Julie Terrazzoni

 

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